Ida emigra a 17 anni insieme a quattro fratelli e alla madre vedova, Giovanna Mazzi. Siamo nel 1929. Gli Stati Uniti stavano scivolando nella grande Depressione, non era l’America di cui avevano sognato. Ma Ida non si perde d’animo, trova un lavoro come sorvegliante, quindi va in fabbrica. In casa rappresenta un sostegno importante, occupandosi dei fratelli maschi e aiutando la madre nella cura domestica. La difficoltà più grande sono i traslochi continui.
Nel 1938 incontra Fiorenzo Toscano. Si sposano l’anno seguente, vanno ad abitare ad Astoria, dove nasceranno Frank e Angela. La loro è una grande casa piena di vita. La domenica, dopo il pranzo festivo, Fiorenzo si metteva alla chitarra e Frank alla fisarmonica, facendo ballare Angela e Ida nella cucina.
Ida faceva lavori sartoriali stupendi. La figlia ricorda un costume ottocentesco ricavato per lei da una vecchia tovaglia, quella volta vinse il primo premio ad un concorso. Ma era in cucina dove si esprimeva, ogni giorno, la cura di mamma Ida, capace di ricreare in America i piatti della cucina emiliana, senza ricetta, solo con i ricordi dell’infanzia.
Oggi potrebbe essere definita “ingegnere di casa”, se mai esistesse una laurea ad hoc.
Angela ha serbato esperienza di questo amore per la casa e la famiglia, in una visione di religioso altruismo che la faceva partecipare ai problemi degli altri.
Un suo detto, rimasto celebre in famiglia, ne restituisce bene la filosofia di vita: “una farfalla nera in casa porta sfortuna, in casa mia entrano solo farfalle color castano”.
Fonte: Biografia contenuta nel “Catalogo dell’emigrazione femminile” (2010) promosso dalla Consulta degli emiliano romagnoli nel mondo. L’idea di un Catalogo dell’emigrazione femminile dell’Emilia-Romagna nasce durante la Conferenza dei giovani emiliano-romagnoli nel mondo, svoltasi a Buenos Aires nel 2007.
Intervista ad Angela Toscano Nicholson, in "Roots of Italy Blossom in America", Silva Editore, Parma, 2003.