Nel 2008 in Gran Bretagna è avvenuta la commemorazione di un evento doloroso e dimenticato per quasi settant’anni.
Questo il fatto: il 2 luglio 1940 affondava al largo delle coste inglesi la nave Arandora Star, silurata da un sommergibile tedesco. Trasformata da nave da crociera in nave da guerra, l’Arandora era partita dal porto di Liverpool diretta a un campo di detenzione in Canada e trasportava oltre 1500 persone di nazionalità italiana, tedesca e austriaca, colpevoli solo di trovarsi sul suolo inglese nel momento della dichiarazione di guerra nazifascista alla Gran Bretagna. Intercettata due giorni dopo la partenza, procedeva a luci spente e senza insegne umanitarie a bordo. Fu identificata come nave nemica e affondata. Delle circa 800 persone che vi persero la vita, 446 erano italiani, in maggioranza originari dei Comuni dell’Appennino piacentino e, soprattutto, parmense: molti di Borgotaro, e ben 48 di Bardi.
Il 16 agosto 1940 un pastore di Colonsay, un’isola delle Ebridi - luogo incontaminato di scogli, coste frastagliate e baie sabbiose - trovò sulla spiaggia di Eilean nan Ron un corpo restituito dal mare. Era quello di Giuseppe Delgrosso, identificato grazie alla sigla stampata sull’abito: “14700 G.Delgrosso”. Nato a Borgotaro nel 1889, come tanti italiani era partito anni prima dal suo borgo sull’Appennino parmense per stabilirsi a Hamilton, una piccola città nel sud della Scozia, insieme con la moglie e i tre figli. E al pari dei suoi compagni di sventura, Delgrosso non era affatto diventato un potenziale nemico per la Gran Bretagna. Anzi, si sentiva parte di quella terra che lo aveva accolto, prima che i venti di guerra incattivissero gli animi falsando la realtà.
Per fortuna, il sentimento della pietà dimora a tutte le latitudini. Infatti, da quel 16 agosto 1940 i cittadini di Colonsay ricordano ogni anno questa tragedia, altrove cancellata dalla memoria collettiva di italiani e inglesi. Si recano sulla spiaggia di Eilean nan Ron, piantano una croce e depositano dei fiori. Ora, questa semplice cerimonia di pace è diventata parte della storia della piccola comunità scozzese, e Giuseppe Delgrosso l’icona dell’emigrante che non ha avuto fortuna.
Dal 2004, i 130 abitanti di Colonsay sono cittadini onorari di Borgotaro. Per non dimenticare questa vicenda e onorarne i caduti, la Provincia di Parma, insieme con la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, l’Assessorato alla cultura della Regione Emilia-Romagna e la Provincia di Piacenza, si è fatta promotrice di una serie di iniziative che hanno avuto il momento più importante a Liverpool il 2 luglio 2008, quando il sindaco del comune di Liverpool, l’ambasciatore italiano in Gran Bretagna, i rappresentanti dei governi tedesco e austriaco hanno scoperto una lapide in ricordo delle vittime dell’Arandora Star.
La città di Liverpool, nel 2008 “Capitale europea della cultura“, grazie all’impegno del Console d’Italia a Liverpool Nunzia Bertali si è offerta di ospitare la manifestazione e di inserirla nelle iniziative che vogliono richiamare i valori europei della pace e dell'integrazione culturale. Per la prima volta un’amministrazione pubblica inglese riconosceva ufficialmente la vicenda dell’Arandora Star. La manifestazione iniziò il 30 giugno a Colonsay, con la delegazione regionale che ha visitato Eilean nan Ron, dove è stato rinvenuto il corpo di Delgrosso. Erano presenti per la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo la presidente Silvia Bartolini e Romeo Broglia del comitato esecutivo, per la Provincia di Parma il vicepresidente Pierluigi Ferrari, per quella di Piacenza l’assessore Mario Magnelli, per il Comune di Borgotaro il sindaco Salvatore Oppo, Ermanno Sozzi per il Comune di Bardi e Giuseppe Conti per l’associazione dei familiari delle vittime dell’Arandora. Alle 14 la delegazione ha raggiunto l’Arandora Star Memorial con una camminata a piedi attraverso la brughiera. Qui sorge la lapide che i cittadini dell’isola hanno eretto per ricordare Delgrosso (poi tumulato per volere della famiglia nel cimitero di Glasgow) e gli altri 800 morti dell’Arandora. Si è quindi svolta la visita al Kilchattan Cemetery, dove sono sepolte altre vittime del naufragio.
Il 2 luglio 2008 a Liverpool la manifestazione è stata inaugurata da una cerimonia religiosa alla Our Lady & St. Nicholas’ Church officiata dall’arcivescovo di Glasglow Mario Conti, originario della provincia di Lucca. Durante il rito religioso l’Ambasciatore d’Italia in Gran Bretagna Giancarlo Aragona e l’arcivescovo Conti hanno scoperto la lapide che ricorda la tragedia dell’Arandora Star. E’ seguita la presentazione, al Merseyside Maritime Museum, del libro di Serena Balestracci “Arandora Star:dall’oblio alla memoria”. Nel pomeriggio una nave traghetto ha portato i familiari delle vittime al largo del golfo di Liverpool, perché potessero lanciare in mare dei fiori in ricordo dei propri caduti. Ad accompagnare il gesto, un coro gallese di 50 elementi proveniente da Cardiff, città con una forte presenza di discendenti di emigrati emiliani.
Fonte: Materiale prodotto all'interno del progetto culturale "Casa della memoria dell'emigrazione dell'Emilia-Romagna" promosso dalla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo e realizzato in seguito alla richiesta dei giovani corregionali nella Conferenza di Buenos Aires del 2007.
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Il romanzo di Caterina Soffici sulla tragedia dell'Arandora Star e i nostri emigrati a Londra (parte 1)
Il romanzo di Caterina Soffici sulla tragedia dell'Arandora Star e i nostri emigrati a Londra (parte 2)
Il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 80esimo anniversario della tragedia dell'Arandora Star
Nel video del 1990, le autorità politiche comunali e provinciali, le istituzioni regionali, il Comitato Vittime Arandora Star e la popolazione bardigiana commemorano il drammatico episodio presso la cappella dedicata al “martirio dei 48”, come ricorda il sindaco di Bardi Pietro Tambini. Ha partecipato anche il signor Guido Conti, figlio di una vittima dell’Arandora Star, che, giunto dal Galles dove è emigrato, con la sua presenza ha voluto testimoniare che la memoria è vita, in questo giorno più che mai.
Fonte: sito Valcenostoria.it
A pochi giorni dall'ottantaduesimo anniversario della tragedia dell'Arandora Star, abbiamo dedicato una puntata di DossiER al ricordo ed alla ricostruzione dei fatti storici, per intraprendere un percorso di consapevolezza e ricordo della grande Storia e costruire una memoria condivisa sulla nostra emigrazione; obiettivo perseguito anche attraverso la proposta di un progetto di legge per l'istituzione della "Giornata degli emiliano-romagnoli nel mondo" nella data del 2 luglio, in onore e ricordo delle vittime dell'Arandora Star.
Il 2 luglio 1940 affondava al largo delle coste inglesi la nave Arandora Star, silurata da un sommergibile tedesco. Trasformata da nave da crociera in nave da guerra, l’Arandora era partita dal porto di Liverpool diretta a un campo di detenzione in Canada e trasportava oltre 1500 persone di nazionalità italiana, tedesca e austriaca, colpevoli solo di trovarsi sul suolo inglese nel momento della dichiarazione di guerra nazifascista alla Gran Bretagna. Intercettata due giorni dopo la partenza, fu identificata come nave nemica e affondata. Delle circa 800 persone che vi persero la vita, 446 erano italiani, in maggioranza originari dei Comuni dell’Appennino piacentino e, soprattutto, parmense: molti di Borgotaro, e ben 48 di Bardi.
Ospiti:
Introduzione di: Marco Fabbri - Presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo
Moderatore: Gianfranco Coda - Consulta ER nel mondo
Stefano Paolini presenta nel suo audio-libro le drammatiche vicende degli italiani in Gran Bretagna durante la Seconda guerra mondiale. Audio-libro in lingua inglese.
Fonte: sito Valcenostoria.it
Arandora Star - I canti dell'emigrazione italiana
Abstract: On 10 June 1940, Mussolini’s declaration of war on Britain had a traumatic impact on the Italian communities across the UK. On 2 July 1940, the ex-cruise liner SS Arandora Star was transformed and used by the British Government to deport enemy aliens to internment camps in Canada, but intercepted by a German submarine off the Irish coast. It sank leaving a sad legacy. In September 2008, twelve voluntary members of the Welsh-Italian community formed the Arandora Star Memorial Fund in Wales (ASMFW) to raise money for the creation of the first National Memorial of the Arandora Star in Wales to remember the fifty-three Italians from Wales who perished in the tragedy. After decades of silence, the initiatives promoted by the ASMFW were able to generate new oral and written testimonies showing the true impact of the Arandora Star tragedy on the Italian community in Wales. This article aims to introduce some of these narratives, and to explore how the relatives of the victims have contributed, or not, to the creation of a collective memory. It argues that the creation of the memorial in Wales and the process of memorialization were not so much an attempt to create politicized discourses of victimization, but rather an attempt to create a platform for the generation of memories after nearly seven decades of silence.
Fonte: Valcenostoria.it
Abstract: This article discusses the sinking of the SS Arandora Star on 2 July 1940 and the legacy of this wartime event in relation to the ‘historic’ Italian community in Britain. Selection of Italians for deportation and the significant loss of life are interrogated contextually and in terms of psychological consequences. The new concept ‘pockets of affect’ is introduced in considering unevenness of geographical impact and also energy in commemorative enterprise, for which post-generations are now responsible. Developments in British and Italian literature and narrative formation are examined, elucidating changing attitudes in both countries. In 2020, at the 80th anniversary of the ‘tragedy’, continued prominence of the Arandora Star in collective memory ensures a widening of the mnemonic community.
Fonte: Articolo messo a disposizione di MIGRER da parte dell'autrice
Breve estratto: L’80° anniversario dell’affondamento della nave “Arandora Star” celebrato il 2 luglio 2020 è stato sottolineato da un intervento assai significativo del presidente Mattarella che ha definito la tragedia “un episodio atroce” ed ha espresso la sua solidarietà ai discendenti delle 446 vittime italo britanniche che affogarono nel 1940. Questo evento bellico ha avuto un impatto pesante sulla comunità degli italiani residenti da lungo tempo in Gran Bretagna ed ancora oggi continua a provocare forti emozioni.