I giovani, provenienti da tutti i Paesi in cui sono presenti comunità di emigrati dall’Emilia-Romagna, hanno proposto di realizzare uno strumento dinamico multimediale, in cui raccogliere storie di donne che hanno lasciato i luoghi di origine per trasferirsi all’estero.
Tutte le Associazioni di emiliano-romagnoli nel mondo hanno potuto mandare nuove notizie, segnalare donne che hanno lasciato segni nella storia dell’emigrazione regionale e raccontare vicende familiari e curiosità.
Di sotto potete scoprire le STORIE delle protagoniste del fenomeno migratorio, partite dall'Emilia-Romagna.
Ambulanti, musiciste, tessitrici, braccianti, operaie, casalinghe, e naturalmente anche mogli e madri; in tempi più recenti architetti, docenti, ricercatrici universitarie, attrici, libere professioniste. Un tempo partivano per seguire la famiglia, il padre o il marito, sempre più spesso oggi lo fanno per propria autonoma iniziativa, per amore o per cercare fortuna.
Dell’emigrazione italiana nel mondo si sa molto ormai, ma poco si è scritto sulla partecipazione delle donne. Meno ancora si è detto dei cambiamenti sostanziali di vita e di cultura che le donne espatriate hanno dovuto affrontare nelle nuove realtà.
Gli studi incentrati sulle donne emigrate, risultano semi inesistenti, mentre spesso cambiare paese ha favorito la loro emancipazione attraverso il lavoro e la cultura. Cosa succede quindi quando si emigra e si va a vivere all’estero?
Le donne che dall’Emilia Romagna sono partite prima alla volta dell’Europa e del bacino del Mediterraneo, poi delle Americhe e dell’Australia, e che tuttora partono in cerca di nuove occasioni di formazione personale e di lavoro, hanno spesso elaborato e restituito la loro esperienza biografica in chiave di autodeterminazione e di emancipazione.
Lo “specifico femminile” delle donne migranti può essere definito con due parole chiave – spiega Lizza Mazzi, docente universitaria, Presidente e fondatrice dell’Associazione ReteDonne Berlino e autrice del volume “Donne mobili. L’emigrazione femminile dall’Italia alla Germania (1890-2010)" - la prima è il “viaggio”, inteso come profonda ricerca del proprio io, un desiderio di apprendere attraverso l’ambiente estraneo qualcosa di più di se stesse. La seconda è la “fuga”, cioè l’impossibilità di fare diversamente.
Oltre alle storie che potete scoprire di seguito, vi segnaliamo: