Già parte dello Stato Pontificio, con l'unificazione nazionale nel Regno d'Italia, il 7 settembre 1862 a Meldola venne accordato il titolo di Città. Nella provincia di Forlì, su 224.463 abitanti segnalati dal primo censimento post unitario, solo poco più di 42.000 erano accentrati in paesi e città aventi più di 6.000 abitanti; era l'indice di un lento processo di urbanizzazione, causa anche la mancanza di significative attività industriali, mentre oltre il 70% degli occupati era attivo in lavori agricoli (braccianti, mezzadri, agricoltori, piccoli proprietari). All'avvio del nuovo secolo il censimento nazionale del 1901 certificò per il Comune di Meldola la presenza di 6.815 abitanti, di cui circa i 2/3 nel centro urbano e con un complesso di 1592 nuclei familiari, sparsi anche nelle piccole frazioni del contado collinare. In una prospettiva di lungo periodo e multi spaziale (comunale, provinciale, regionale), nella curva demografica i primi anni del Novecento rappresentavano il culmine della variazione in positivo della popolazione residenziale.
A Meldola era presente una significativa attività manifatturiera, incentrata sugli opifici che lavoravano i bozzoli della seta. Nella decadenza delle numerose filande, che dava lavoro a centinaia di donne, incise profondamente la sfida del rinnovamento tecnologico. Negli anni prebellici si aggiunse la crisi dei lavori pubblici e della fornace Rosetti, la sola manifattura industriale rimasta attiva. Non fu casuale che i picchi di emigrazione si verificassero in momenti congiunturali di profonda crisi della vita economico-sociale. Si ebbero negli anni 1905-1906, anche per gli effetti disastrosi che il 23 giungo 1905 un'eccezionale nubifragio ebbe sulla produzione e sulle attività agricole, con un'impennata nell'emigrazione tanto stagionale (verso la Svizzera) che oltre oceano (verso gli Stati Uniti). Si ebbe un nuovo picco di espatri nel 1913, come effetto della grave crisi occupazionale, con l'emigrazione massiccia di bracciati rurali, muratori e manovali.
Litchfield è una piccola cittadina fondato nel 1719 come avamposto coloniale e quindi diventata capoluogo di contea, vitale centro sia manifatturiero sia di fattorie agricole. Esso si componeva della frazione di Bantam e del centro di Litchfield, mentre nei sobborghi si trovano i tre villaggi di East Litchfield, Milton e Northfield. Cittadina con la prevalente cultura anglosassone, tra otto e Novecento essa attirò molti emigrati e tra questi alcune centinaia di Romagnoli provenienti dal nord Italia, dal paese di Meldola. Fu grazie agli immigrati che Litchfield invertì il trend negativo della curva dello sviluppo demografico: solo nel 1930 il numero degli abitanti tornò ad essere superiore a quello avutosi nel 1890 (3.574 contro 3.304), avviando una crescita della popolazione che sarebbe durata per tutti i decenni del Novecento e fino ai nostri giorni. Il paese fu fortemente attrattivo per gli emigrati, poiché la contea di Litchfield – come in altre regioni degli Stati Uniti -, mancava di mono d'opera per le fabbriche, le fattorie, la costruzione di ferrovia e case. Essi componevano la popolazione più povera di Litchfield, fatta di <<Farmers, stones mosons, shoemakers, tailors, and tradesmen of all kids arrived to become builders, contractors and businessmen. A few continued in their own traders or a related endeavor>> (Hassing 1981).
Litchfield si dimostrava ricettiva verso le “vocazioni” e i mestieri degli immigrati che arrivavano numerosi da Meldola, mentre difficile fu l'integrazione sociale e culturale, causa la non conoscenza della lingua inglese e le consuetudini tanto religiose quanto politiche. Numerosi immigrati delle Romagna negli Stati Uniti avevano del resto militato nelle formazioni radicali anticlericali (socialisti, anarchici, repubblicani), generando ulteriori motivi di apprensione nella comunità di approdo. Gli emigrati meldolesi ricostruivano unità familiari e parentali, una sorta di piccole comunità, quasi autosufficienti sperse per la città; la più significativa viveva nel quartiere di Bantam e a Pine Island, nelle White's Woods.
Un'associazione mutualistica tra emigrati italiani fu costituita solo nel 1919, con numerosi Meldolesi presenti nel gruppo dirigenti originario. Diverse testimonianze ci raccontano di un'adesione alla locale sezione dell'Order Sons of Italy (Origine dei Figli d'Italia), creata nel 1905 e ramificata in tutti gli Stati Uniti, con il duplice intento di tutelare gli italo-americani e di favorire l'acquisizione della cittadinanza americana. Ricordava Joyce Versari a proposito del luogo di ritrovo dei Meldolesi: “ I lived in Litchfield (CT); in my youth and my father and mother were members of the Italian-American Club in our town, so I do remember many very nice Italian people”. Nel secolo dopoguerra, caduto l'interesse dei figli delle ultime generazioni di immigrati, la locale associazione venne sciolta; l'edificio è passato di proprietà alla associazione dei veterani.
Sia le fonti italiane che americane convengono nell'individuare in Francesco/Frank Fabbri (1879-1966) l'origine della catena migratoria tra Meldola e Litchfield. Egli arrivò a New York l'8 settembre 1896 all'età di 17 anni sul piroscafo “Kaiser Wilhelm II”, seguito nel febbraio 1897 dal padre Alberto (1855-1938) e dalla madre Teresa Mazzi (1859-1898), accompagnati dagli altri due figli, Nicola/Nick (1884) e Giuseppe/Joseph (1887). il 16 giugno 1898 arrivò Angiolina Ravaioli (1879-1965), che Frank sposò l'anno seguente e con cui avrebbe vissuto a lungo (137 Torrington Road, Litchfield, CT). Frank Fabbri e la moglie Angiolina ebbero quattro figli, il primo dei quali, nato a Meldola (Albertino, 1899-1979) ed i successivi invece nati “amiricani”: Frank junior (1906-1909), Theresa (1907) e Thomas (1902-1928, con i figli Francis e Thomas junior).
Essi vennero a Litchfield da New York nel 1904. Alberto e Frank Fabbri divennero un punto di riferimento per quanti partivano da Meldola verso New York. Concorrevano alle spese di viaggio così come alla ricerca di un lavoro e di un alloggio, facendo di Litchfield un privilegiato approdo del percorso migratorio. Frank Fabbri aveva nel frattempo acquistato un immobile, che divenne il primo luogo di raccolta degli emigrati che venivano da Meldola.
Fu costituita la “Frank Fabbri & Sons, General Contractors”, la compagnia a cui si deve la costruzione del sistema cittadino di fognature e dei campi sportivi.
A Litchfield era presente una larga rete di relazioni nel nome dei Fabbri, pur senza un legame familiare e parentale. Si ricorda Aurelio Fabbri (1883), giunto negli Stati Uniti il 9 aprile 1906, zio di Frances Baldi Guinchi; era sarto, fu operaio per la compagnia di costruzioni dei Fabbri, infine giardiniere.
Fonte: Ricerca realizzata all'interno del progetto “L'emigrazione tra Romagna e Connecticut: una “New Meldola” a Litchfield. Narrazioni storiche, memorie pubbliche e storie generazionali nel “lungo” Novecento”, coordinato dal Comune di Meldola e finanziato dalla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo.
(inglese)
Already belonged to the Ponfical State, with the national unification in the Kingdom of Italy, the 7rd September 1862 Meldola was granted by the title of city. In the province of Forlì, out of the 224,463 inhabitants that were identified in the first census after the nation's unification, just over 42,000 were living in villages and towns of over 6,000 inhabitans. This index points to the slow urbanization process that was taking place, partly due to the fact that there were no significant industrial activities, and over 70% was working in agriculture (as daily farmworkers, sharecroppers, farmers and small land owners). At the turn of the twentieth century, the 1901 national census reported 6,815 inhabitans in the Municipality of Meldola, two thirds of the living in the urban center, with 1592 households, scattered in the hillsides that were part of the municipality. Seen from a long term, multi-spatial perspective (municipal, provincial, regional) the demographic function of the early twentieth century shows a maximum positive rate of change of the residential population.
Meldola had important manifacturing activities, especially the silk facturies where cocons were transformed into silk. But, many of the silk manifacturing factories that employed hundreds of women experienced a decline. Moreover, modernization, with its new technologies also left its mark. The pre-war years were also marked by a crisis in the public work sector, and the Rosetti kiln was the only industrial manifacturing reality that continued to be operative. It was no casual concidence that peak imigration coincided with a time of deep economic and sociali crisis. Such peaks were reconded in the years 1905-1906. Additionally, this period was also marked by the affects of the 23rd June 1905 flood which had disastrous consequences on production and agricultural activities. It greatly contributed to the exodus-for seasonal work to Switzerland, and across the ocean to the United States. The other migration peak was in 1913, owing to the effects of the unemployment crisis which saw masses of farmworkers, masons and labourers migrating abroad.
Litchfield is a small town founded in 1719 as a colonial outpost which then became a county. It is not only a flourishing manufacturing center, but also an agricultural center with farms. It comprises the borough of Bantam anche the center of Litchfield, and three villages East Litchfield, Milton and Northfield in its suburban area. Its culture is mostly of Anglo-Saxon origin. Between the eighteen and nineteen-hundreds it drew many immigrants and, among them, hundreds of people from Romagna in northern Italy, in particular from the town of Meldola. It was thanks to immigrants that Litchfield inverted its negative demographic trend: starting 1930, the number of inhabitants surpassed that of 1890 (3,574 versus 3,304) a positive population growth trend followed throughout the decades of the twentieth century until our days. The county of Litchfield appealed to many migrants – as did many other regions in the USA – due to its shortage of labour force industries, on farms, in railway and homebuilding constructions, etc. Litchfield thus had a working class poor population made up of “Farmers, stones masons, shoemakers, tailors, and tradesmen of all kinds arrived to become builders, contractors and businessmen. A few continued in their own traders or a related endeavor” (Hassing 1981).
Litchfield was welcoming towards the many migrants who arrived from Meldola with their “vocational skills” and various handicraft trades. Their social and cultural integration however, proved to be a real challenge, not only to due the language barrier, but also to the different religious and political customs. Many immigrants from Romagna to the United States had played in radical anti-clerical movements (either socialists, anarchists or republicans) and this generated further disquiet in the new community. The emigrants from Meldola tended to re-establish family bonds setting up household units, a sort of small, scattered and self-sufficient ccomminity: the most important one were in Bantam and in Pine Island of White's Woods.
A mutual benefit association among Italian emigrants was constituted only in 1919, with various Meldolesi in the managing group. Different evidences demonstrate adherence to the local section of the Order Sons of Italy, established in 1905, whose branches spread across the United States. Its two-fold internet was to protect Italo-Americans and to promote their naturalization. Joyce Versari's words recall the meeting places of those who came from Meldola: “ I lived in Litchfield (CT); in my youth and my father and mother were members of the Italian-American Club in our town, so I do remember many very nice Italian people”. In the second postwar periodo, fallen the interest of the sons of the last immigrant's generations, the local association was loosened; the building has passed of ownership to the association of the veterans.
The archival sources and therefore the memory of the descendants of the emigrants who arrived in the United States converge in identifying Francesco/Frank Fabbri (1879-1966) the “mediator” of the migratory chain between Meldola and Litchfield. He arrived in New York on September 8th, 1896 at the age of 17 on the steamer “Kaiser Wilhelm II”, followed in February 1897 by his father Alberto (1855-1938) and his mother Terese Mazzi (1859-1898), accompanied by their others two sons, Nicola/Nick (1884) and Giuseppe/Joseph (1887). on June 16, 1898 Angiolina Ravaioli (1879-1965) arrived and was married to Frank the following, and they lived together for many years (137 Torrington Road, Litchfield, CT). Frank Fabbri and his wife Angiolina had four children, the first of whom was born in Meldola (Albertino, 1899-1979) whilst the others were born “Americans”: Frank junior (1906-1909), Theresa (1907) and Thomas (1902-1928, with sons Francis and Thomas junior).
They move from New York to Litchfield in 1904. Alberto and Frank Fabbri guaranteed that which was necessary for those coming from meldola, from the moment they departed to when they arrived, including support for travel expenses, temporary accommodation, and job hunting. Frank Fabbri had bought a property in Litchfield which was little more than a cluster of shacks but which nevertheless became the first gathering place for the townspeople.
“Frank Fabbri & Sons, General Contractors” was founded; it was the constructing enterprise of the urban sewage system and sports fields.
In Litchfield it was present a wide relationships of emigrants that they bore the name of the Fabbri, also without a family and parenatl bond. Aurelio Fabbri (1883) is remembered first of all. he arrived in the United States on April 9th, 1906 and was the uncle of Frances Baldi Guinchi, a tailor who worked for the Fabbri construction company and then became a gardener.
Source: Research carried out within the project "Emigration between Romagna and Connecticut: a ‘ New Meldola’ in Litchfield. Historical narratives, public memories and generational stories in the ‘long’ twentieth century", coordinated by the Municipality of Meldola and financed by the Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo.