La madre di Susana è nata a Ferrara, i nonni si trasferirono in Cile nel 1948. Il padre è di origine ligure. Susana ha vissuto a Bologna tra il ’75 e il ’76, ospite della nonna Velia, che era rientrata una volta che il nonno Bruno Orsini aveva ottenuto il diritto alla pensione. Stava dai nonni e frequentava i corsi di filosofia all’Alma Mater. Una volta rientrata a Santiago, Susana ha frequentato la facoltà di Giornalismo all’università Cattolica. Nel 1977 si è sposata , iniziando poi a lavorare per la radio e la carta stampata. Ha collaborato con periodici internazionali, quali Harper’s Bazaar e Marie Claire. Alla televisione cilena ha condotto programmi di informazione sino al 1986, quando ha perso il secondogenito Francisco, di cinque anni, per shock anafilattico. Gli altri figli sono: Patricio, Cristiàn, Lia. L’esperienza del lutto l’ha condotta, nel 1993, a fondare con altri genitori l’associazione Renacer, di cui è vicepresidente. Al fine di testimoniare questo tipo di esperienze, nell’anno 2000 ha pubblicato in Cile il volume “Un figlio non può morire”, tradotto successivamente anche in Italia (Sperling & Kupfer, 2003). Il volume è stato visionato personalmente dal Santo Padre, ottenendo una citazione in mondovisione durante la liturgia dell’Immacolata. Un secondo volume sull’argomento, costruito attraverso le lettere ricevute dopo la pubblicazione del primo, è uscito con il titolo “L’altra faccia del dolore. Per i fratelli in lutto”.
Fonte: Biografia contenuta nel “Catalogo dell’emigrazione femminile” (2010) promosso dalla Consulta degli emiliano romagnoli nel mondo. L’idea di un Catalogo dell’emigrazione femminile dell’Emilia-Romagna nasce durante la Conferenza dei giovani emiliano-romagnoli nel mondo, svoltasi a Buenos Aires nel 2007.