Nata a Piacenza nel 1971, studentessa al liceo classico Gioia, Sara, fin da giovane, coltiva una grande passione: la grafica e l'incisione che approfondisce seguendo corsi presso l'Istituto d'arte Gazzola di Piacenza, ove ha come insegnante il noto artista Bruno Missieri. Conseguita la maturità classica, studia a Firenze ove si forma come restauratrice dei beni librari all'Istituto per l'arte e il restauro, con una tesi dedicata ai libri e agli archivi delle confraternite di Piacenza. Seguono diverse esperienze maturate nel settore della legatoria e del restauro librario.
Nel 1995 Sara decide di emigrare in Germania, nella zona di Stoccarda, nell'area del Baden-Württemberg, ove tutt'ora vive e lavora come impiegata per una rete regionale di archivi e biblioteche.
"Ero alla ricerca di un grande centro di restauro molto ben attrezzato. Quello in cui mi trovo è fra i piú grandi della Germania, paese dove mi sono subito ben integrata. Contemporaneamente mi ero iscritta a Parma al corso universitario di Conservazione dei beni archivistici e librari, quindi viaggiavo frequentissimamente tra Stoccarda e Parma. Dopo la laurea i viaggi non sono piú stati così ravvicinati, tuttavia frequenti, dato che la distanza non è enorme, sono circa seicento chilometri".
"Mi occupo soprattutto di carte e mappe, di cui molte sono di grande formato, cioè superiori alle dimensioni 85×120cm, e di libri antichi. Qualche anno fa ho cominciato ad interessarmi intensamente alle carte decorate. Queste carte, che vengono prodotte anche oggigiorno, si trovano spesso all’ inizio o alla fine dei libri antichi o in libri moderni che hanno un’ edizione artistica, oppure sono opere monotipo, che come lavori di grafica vengono incorniciate. Tali sono anche i “Suminagashi”, come viene definita una tecnica giapponese per realizzare carte decorate, a cui mi piacerebbe dedicarmi. Con il passare degli anni, attraverso l'esperienza di colleghi e colleghe ho imparato ad apprezzare anche la bellezza di lavorare nei piccoli centri, che sono a volte meno in vista, ma non per questo di qualità inferiore".
"Come i vecchi migranti viaggio con delle valige pesantissime piene di libri e materiale da leggere, ma anche di cibo. Quando torno in Germania porto delle coppe, salami e mariole, che mi piace regalare. Le compero in genere da Valla, un salumiere in via Roma molto attento alla tradizione. Lui spiega ad esempio come si fa la "moia" allo zampone o al cappello del prete. Prendo con me anche del formaggio grana, delle giardiniere, i cioccolatini piacentini, i graffioni all' amarena, la torta sbrisolona e il caffé Musetti».
La tradizione enogastronomica emiliana va sempre più diffondendosi in Germania: in molti supermercati compaiono sugli scaffali salumi piacentini e parmensi e sicuramente la piadina romagnola sta conquistando molto gradimento. Merito certamente delle nuove strategie del marketing, ma un ruolo importante – considera Sara - è anche svolto dagli emigranti:
"c'é qualcun altro che, come me, diffonde del cibo, che poi piace e viene anche acquistato nei negozi".
«Quando arrivo a Piacenza da Stoccarda porto invece delle Maultaschen, che sono tortelli giganti ripieni di spinaci verdure e salumi, il Kasseler in crosta, che è una specie di filet à la Wellington di maiale, lo Stollen, che é un dolce un pó come il pane genovese, tipico di Natale, i biscottini natalizi e i Lebkuchen, anch' essi tipici del Natale».
E poi, aggiunge Sara:
«faccio parte dell’ Associazione Emilia-Romagna a Stoccarda e con questa associazione a volte organizziamo anche degli appuntamenti culinari, che possono essere un buffet per l'inaugurazione di una mostra o la cucina di prodotti tipici da vendere in occasione di un evento. Ogni tanto viene anche invitato qualcuno dall’Emilia Romagna che presenta i suoi prodotti. Poi all'esterno dell’associazione spesso capita che durante una festa ognuno porti con sé cibo proveniente dall'Italia. Ed in questa occasione è veramente rappresentata tutta l’Italia enogastronomica».
Fonte: Testimonianza di Sara Menato raccolta all'interno del progetto "La Pasta in valigia" coordinato dal Comune di Piacenza con il contributo della Consulta ER nel mondo, grazie alla collaborazione della Biblioteca Comunale Passerini-Landi.
Titolo: "La Pasta in valigia: percorso storico-gastronomico sulle rotte dell'emigrazione piacentina"
L'obiettivo del progetto è stato quello di ricostruire il ruolo, storicamente rilevante, svolto dagli emigrati del territorio emiliano-romagnolo nella “diffusione” del cibo, della cultura e delle pratiche alimentari regionali all'estero. Nella storia di queste esperienze migratorie entrano gestori di trattorie, dettaglianti, grossisti, titolari di negozi di quartiere che fornivano alle famiglie immigrate prodotti di consumo, ma anche una fondamentale presenza attorno alla quale cresceva la vita sociale della comunità. Fu proprio questa rete - che il progetto intende ricomporre anche attraverso la raccolta di ricordi e testimonianze delle famiglie di emigrati - a mantenere viva la tradizione della cucina familiare.
L’abilità nella trasformazione del cibo e il ricordo di ricette di famiglia davano la possibilità a chi era partito di mettere a frutto i saperi e le conoscenze della propria terra e a chi non era mai stato nel nostro paese - le generazioni successive - di poter fare, anche a tavola, “esperienza” dell’Italia.
Partner: AS.PA.PI. Associazione di Parma e Piacenza (Francia), Nuove generazioni TERRA Mar del Plata (Argentina), Piacenza nel Mondo APS (Italia)