Lucio Vecchi nasce nel 1854 a Guastalla, in provincia di Reggio Emilia. Studia presso la scuola della sua città fino a 14 anni, continuando poi gli studi al Conservatorio di Milano, dove ottiene il diploma. Ha solo 19 anni quando comincia la sua avventura romena, che l’avrebbe legato definitivamente a questo Paese.
Vecchi giunge a Focşani, capoluogo del distretto di Vrancea, nella regione della Moldavia, con un gruppo operistico, accompagnando i suoi fratelli Contardo e Olivier. Tra i membri del gruppo, si ricorda anche il nome di Ettore Sorani, un altro italiano che sarebbe diventato una personalità del mondo di Focşani, notevole pedagogo e docente amato dagli allievi. Il gruppo italiano tiene una serie di concerti, con brani operistici, nella nuova sala del Teatro Lupescu. Gli sforzi di attirare il pubblico agli spettacoli del gruppo risultano però vani, e il gruppo si smembra. Il pubblico di quei tempi non era ancora preparato per questo tipo di arte.
Come diceva lo scrittore Duiliu Zamfirescu degli spettatori dell’epoca:
“eccetto qualche famiglia, gente di provincia, semplice, senza spirito e gusto, tra cui alcuni notai, membri della corte di giustizia o del tribunale, (tutti gli altri) girano come dei pavoni, ammirandosi le piume quando sono presenti, e ridendosi poi alle spalle. Quelli che sono diversi, stanno da parte”.
Nonostante questo, Lucio Vecchi resta a Focşani, al Teatro di commedia dell’artista Ion Lupescu (1837-1893). Grazie al matrimonio si lega alla famiglia di Dimitrie Prisecaru, una persona importante a Focşani, e alla terra di Romania. Qui rimarrà tutta la vita, dedicandosi alla musica. Nel 1875 diventa direttore d’orchestra del gruppo di operetta di Theodor Aslan. L’anno seguente, insieme con un gruppo di professori e di appassionati, fonda la Società filarmonica Milcovul, che svolgerà la sua attività fino al 1903. Nel 1901, la Filarmonica organizza la commemorazione del grande compositore italiano Giuseppe Verdi, e la fanfara del Reggimento 10, diretta da Lucio Vecchi, anima gli eventi.
Dal 1877 l’emiliano è dipendente del Comune della città di Focşani, dove si occupa dell’organizzazione e della direzione della fanfara, e il 10 luglio 1881 è nominato capo della fanfara del Reggimento 10 Putna, che sarebbe diventata in breve tempo una delle più rinomate del paese.
Nel 1896 l’Imperatore d’Austria, Franz Josef, è in visita nei Principati Romeni, e in questa occasione vengono invitati a suonare a Sinaia solo due gruppi, quello del Reggimento 1 del Genio di Bucarest e quello del Reggimento 10 di Putna. Si dice che, impressionato dall'interpretazione musicale di Lucio Vecchi, nel frattempo diventato “Luciu di Focşani”, l’Imperatore abbia espresso il desiderio di conoscerlo personalmente. Accompagnato dalla Regina alla postazione della fanfara, Franz Josef stringe la mano di Lucio Vecchi e gli conferisce una decorazione. Il musicista emiliano Vecchi rimane con la famiglia reale durante la visita alle località romene e, su invito espresso dell’Imperatore, diletta gli ospiti con la musica della sua fanfara durante tutti i pranzi e nel corso della crociera dei reali sul Danubio e il Mar Nero.
Dal 1908 e fino all’inizio della prima guerra mondiale, l’attività di Vecchi si confonde con quella della Società Doina Vrancei, con la quale collabora con il professor Nănulescu. Dopo la guerra, tra il 1920 ed il 1922, lo troviamo coinvolto nell’attività di un’associazione filarmonica di nuova fondazione, sotto la presidenza dell’avvocato Leonida Bălan.
Lucio Vecchi ha amato il luogo in cui si è stabilito, che ha vissuto e cantato come un romeno, ispirandosi al folclore locale. Le sue composizioni sono diventate famose e suonate sempre con grande piacere. Ricordiamo titoli come Coca vals, Pe malul Milcovului (sulle rive del Milcov), Pe malul Trotuşului (Sulle Rive del Milcov) o la famosa marcia militare Trece, trece Regimentul 10 (Passa, passa il Reggimento 10).
Lucio Vecchi ha contribuito, insieme ai suoi fratelli e al professor Ettore Sorani, alla formazione della cultura musicale del pubblico di Focşani. Alla sua morte, avvenuta il 28 febbraio 1930, è pianto da tutti gli abitanti della città.
Fonte: Materiale prodotto all'interno del progetto culturale "Casa della memoria dell'emigrazione dell'Emilia-Romagna" promosso dalla Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo e realizzato in seguito alla richiesta dei giovani corregionali nella Conferenza di Buenos Aires del 2007.