Enrico, dopo aver vissuto circa dieci anni in Belgio, sette anni fa ha deciso di trasferirsi in Spagna. Oggi è il Direttore di “Politica Alimentare e Salute” della “Federación de Industrias de Alimentación y Bebidas”.
L'intervista di Entico fa parte del progetto "Emiliano-romagnoli in Spagna: professionisti di successo e ambasciatori della Regione", coordinato dall'Associazioni As.Er.Es di Madrid e realizzato con il contributo della Consulta ER, attraverso il quale sono state raccolte le testimonianze dirette di alcuni giovani emiliano-romagnoli da tempo residenti sul territorio spagnolo, esponenti di importanti settori come quello imprenditoriale, educativo, culturale.
(Breve estratto)
Perché Madrid?
Ho avuto l’opportunità di trasferirmi con la famiglia – ha spiegato - Ero sposato con una ragazza spagnola e vivevamo a Bruxelles. A Bruxelles sono nati i nostri due bambini. Lì il tempo è pessimo (...) A un certo punto ci siamo detti: “o andiamo in Italia o andiamo in Spagna”. In quel momento mi fu offerta l’opportunità di trasferirmi a Madrid. Abbiamo colto la palla al balzo.
Cosa ti manca di Ferrara?
La dimensione. È una città piccola. Il centro lo raggiungi in pochi minuti. Puoi andare in bicicletta senza rischiare la vita. Poi, chiaramente mi mancano la famiglia e gli amici. Ferrara è una città che associo alle persone, alle pietanze, alla squadra di calcio. Sono legami che fanno parte un po’ della mia vita e della tradizione ferrarese. Può sembrare banale, ma quando parli con altre persone che, come te, hanno deciso di vivere fuori dall’Italia ti rendi conto che sono parte delle nostre radici.