Classe 1961, dopo il diploma al liceo classico Gioia, Cesare si laurea allo IULM di Milano in lingue (tedesco ed inglese). Ed è proprio la passione per le lingue a portarlo nel 1989 a Stoccarda, ove rimane due anni, prima di trasferirsi a Londra. Qui dal 1990 al 1992 insegna e frequenta un master in linguistica all'università di Londra (UCL). Poi il ritorno a Stoccarda ove inizia un percorso professionale dedicato all'insegnamento. Nel 1999 diventa coordinatore dei corsi di lingua all'Istituto italiano di Stoccarda. Nel settembre 2002 vince un concorso del Ministero degli affari esteri ed entra a far parte dell'organico dell'Istituto italiano di cultura di Stoccarda, ove tuttora si occupa di promozione linguistica, borse di studio, lettorati, esami CILS e DITALS e formazione tirocinanti.
«Quando sono arrivato in Germania, nel 1989, una cosa che mi colpì era la completa assenza di pasta italiana nei supermercati. I prodotti italiani si trovavano soprattutto nei piccoli negozietti di alimentari. All'inizio, mi ricordo, mi preparavo dei gran minestroni. Poi la commercializzazione si è modificata ed ora i prodotti italiani si trovano più facilmente e diffusamente. Ho imparato a cucinare, piatti veloci ma gustosi, e per me la cena è un momento importante, a differenza dell'abitudine tedesca per cui sono più rilevanti la colazione e il pranzo. Poi nel congelatore non mancano mai i piatti, soprattutto la pasta fresca, preparati dalla mamma».
Certo il legame gastronomico con la sua terra è sempre forte. Cresciuto coi manicaretti di mamma Pierina, nei suoi viaggi di ritorno a Stoccarda Cesare porta sempre una adeguata scorta di buoni piatti piacentini, vasetti di salsa di pomodoro, olio, vino (in particolare il Gutturnio) formaggi e salumi da affettare. E proprio l'affettatrice è un elettrodomestico che non manca nella sua cucina.
Nel 2008 Cesare è tra i soci fondatori dell'associazione Emilia Romagna in Stuttgart, nata con lo scopo di far conoscere la cultura, in tutte le sue espressioni, della nostra regione in Germania. Si tratta di un'associazione molto attiva che in questi anni ha messo a punto un nutrito calendario di eventi: dalla rassegna di film dedicati ai registi Avati, Bellocchio e Fellini a concerti con musicisti, tra cui anche il Coro farnesiano. E è stata svolta anche una serata gastronomica. Non solo, ma nell'associazione non mancano momenti di solidarietà: ad esempio per raccogliere fondi per l'alluvione in Romagna è stato organizzato un concerto straordinario nella chiesa neogotica St. Maria.
Cesare non si sente un emigrante:
«Nel nostro immaginario l'emigrante è per persona che, per povertà o necessità, se ne va a cercare migliori prospettive di vita. Ora è più una mobilità, un cercare occasioni all'interno di un'Europa che di occasioni ne offre parecchie. Tornare in Italia? Per il momento no, non ci penso. Poi chissà..»
A Stoccarda Cesare continua il suo lavoro all'interno dell'Istituto italiano e la sua attività per l'associazione, che sta fattivamente contribuendo a far conoscere l'Emilia-Romagna in terra tedesca.
Anche per questa sua operosità e per questo suo essere "ambasciatore" della nostra cultura, nell'agosto 2011 Cesare è stato insignito dell'onorificenza di Piacentino benemerito nel mondo nel corso della diciassettesima edizione, tenutasi a Lugagnano val d'Arda, della manifestazione promossa dall'associazione Piacenza nel mondo, dedicata alle comunità piacentine nel mondo.
Fonte: Testimonianza di Cesare Ghilardelli raccolta all'interno del progetto "La Pasta in valigia" coordinato dal Comune di Piacenza con il contributo della Consulta ER nel mondo, grazie alla collaborazione della Biblioteca Comunale Passerini-Landi.
Titolo: "La Pasta in valigia: percorso storico-gastronomico sulle rotte dell'emigrazione piacentina"
L'obiettivo del progetto è stato quello di ricostruire il ruolo, storicamente rilevante, svolto dagli emigrati del territorio emiliano-romagnolo nella “diffusione” del cibo, della cultura e delle pratiche alimentari regionali all'estero. Nella storia di queste esperienze migratorie entrano gestori di trattorie, dettaglianti, grossisti, titolari di negozi di quartiere che fornivano alle famiglie immigrate prodotti di consumo, ma anche una fondamentale presenza attorno alla quale cresceva la vita sociale della comunità. Fu proprio questa rete - che il progetto intende ricomporre anche attraverso la raccolta di ricordi e testimonianze delle famiglie di emigrati - a mantenere viva la tradizione della cucina familiare.
L’abilità nella trasformazione del cibo e il ricordo di ricette di famiglia davano la possibilità a chi era partito di mettere a frutto i saperi e le conoscenze della propria terra e a chi non era mai stato nel nostro paese - le generazioni successive - di poter fare, anche a tavola, “esperienza” dell’Italia.
Partner: AS.PA.PI. Associazione di Parma e Piacenza (Francia), Nuove generazioni TERRA Mar del Plata (Argentina), Piacenza nel Mondo APS (Italia)