"La mia famiglia abitava nella zona di viale Principe Amedeo, con un terreno coltivato ad orto e un'altra casetta vicino a Villarosa. Proprio li si riuniva un gruppo di giovani mazziniani che cospirava contro gli Austriaci e lo Stato della Chiesa. Una notte fecero un'irruzione, sorprendendo il gruppo. Uno di loro riuscì a scappare dalla finestra, sparendo nella notte, e non se ne seppe più nulla."
Cominciò così nel 1838, secondo Elsa Giannoni, oggi maestra in pensione, l'avventura di quel suo parente, del quale non sa individuare il grado di parentela, che viene celebrato come il primo italiano - nativo di Rimini- emigrato ad Adelaide, nella lontana Australia.
La storia di Antonio Giannoni, prima rivoluzionario costretto alla macchia, poi emigrato a bordo della Recovery che sbarca nel 1839 dopo quattro mesi di navigazione ad Adelaide è tutto un programma. Egli è l'unico italiano in una colonia formata da gente "che ha qualcosa da nascondere". Inizia a lavorare come manovale, poi come baleniere. Si sposa per ben tre volte, ma quando comincia la corsa all'oro nei dintorni di Melbourne non esita a gettarsi in questa avventura che risulterà purtroppo sfortunata.
Nel 1862 lavora come vetturino nel quartiere di Kensington e, non dimentico della sua origine liberale, chiama i suoi due cavalli "Garibaldi" e "Capitano".
Muore il 6 settembre 1883 ma la sua storia non viene dimenticata dai cittadini di Kensington che gli fanno erigere una tomba. E proprio questa tomba, con il contributo finanziario del Comune di Rimini e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e della municipalità di Adelaide, è stata restaurata per rendere omaggio alla vita di questo riminese emigrato che seppe amare e frasi amare e che portò in Australia tutto l'ardore, l'operosità e la simpatia della "Romagna solatia".
Fonte: testo tratto dalla pubblicazione "Lo sguardo altrove..." a cura di Renzo Bonoli e Rocchino Mangeri che accompagna la mostra "Cento anni di emigrazione emiliano-romagnola tra storia e memoria", realizzata con il contributo della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo