La rete degli italiani all’estero: un asset prezioso per il Paese e l’Emilia-Romagna
Una collaborazione quella tra Stati Uniti e Italia che è favorita dalla rete di tanti cittadini di origine italiana che vivono, studiano e lavorano negli Stati Uniti. Secondo una recente analisi realizzata dall’European House-Ambrosetti in collaborazione con la National Italian American Foundation (Niaf), gli emigranti italiani e i loro discendenti nel mondo contribuiscono a promuovere l’identità italiana e fungono da ponte tra l’Italia e il resto del mondo. In termini economici, si può stimare che il valore da loro generato superi i 2.500 miliardi di euro, di cui il 93,4% del totale si riferisce ai discendenti italiani nelle Americhe.
E tra i settori interessati c’è appunto il turismo, a partire da quello “delle radici”, il cui potenziale può valere per l’Italia oltre 90 miliardi di euro (quasi 200 miliardi considerando gli effetti diretti e quelli indotti).
Un legame profondo testimoniato anche dalle tante storie – di ieri e di oggi – raccolte dal portale MigrER della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo. Storie di giovani che hanno scelto di completare il loro percorso di studi negli Usa, ma anche storie di rivincita e di riscatto, in un passato in cui molto spesso lasciare la propria terra era una necessità.
Le storie sul portale MIGRER
I progetti di vita, i sogni, le speranze di tanti emiliano-romagnoli che nel corso degli anni hanno scelto gli Stati Uniti, mantenendo però sempre ben saldo il legame con la terra d’origine. Storie di ieri e di oggi che sono raccolte nel portale MigrEr, promosso e gestito dalla Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel mondo.
Secondo i dati dell’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, sono circa 11.500 gli emiliano-romagnoli negli Usa (su 298.000 italiani). Tra questi ci sono tanti giovani di talento come Simone Bianconi di Cesena, che dopo la laurea in ingegneria energetica all’Università di Bologna ha deciso di volare oltreoceano per un dottorato alla Northwestern University di Chicago, centro di eccellenza sulle nanotecnologie. Al suo attivo anche una collaborazione con il Jet Propulsion Laboratory della Nasa, il laboratorio dedicato, tra l'altro, allo sviluppo e alla progettazione delle sonde senza equipaggio, che ha realizzato e inviato su Marte i rover Curiosity e Perseverance.
O Giorgia Lupi, information designer, nata a Finale Emilia (Mo), che dopo una laurea in Architettura a Ferrara e un PhD al Politecnico di Milano, è volata negli Usa, a New York. Partner di Pentagram, una delle più importanti agenzie di design al mondo, Giorgia ha fondato un nuovo filone di analisi dei dati chiamato “Umanesimo dei dati”, in cui algoritmi e grafici diventano storie da raccontare. Alcuni suoi lavori fanno parte della collezione del Museum of Modern Art di New York, mentre il New York Times le ha dedicato la copertina del suo supplemento "At home".
Storie di successo. Tra le tante raccolte da MigrER anche quella di John Casali: da Morfasso (Pc), da dove il padre emigrò negli anni Cinquanta direzione Los Angeles. Ingegnere del suono, britannico-americano, nel 2019 ha vinto l’Oscar per il “Sound Mixing” del premiatissimo film Bohemian Rhapsody. John Casali, che ha mantenuto un forte legame con Morfasso, ha al suo attivo film come Harry Potter, Assasin’s Cread, Jurassic World, Mission Impossible.
C’è la pittrice Joan Benotti, membro fondatore della prima cooperativa artistica di Boston, la Bromfield Gallery. Formatasi alla prestigiosa Rhode Island School of Design e il Montserrat College, i nonni - Amelia Dall’Olio e Giovanni Cevolani - originari di Renazzo di Cento (Fe) e Pieve di Cento (Bo), emigrarono in Massachusetts all’inizio del Novecento.
O la storia di Silvana Mangione, nata a Cento (Fe), ma poi trasferitasi negli Stati Uniti negli anni Settanta, dopo essersi laureata in Giurisprudenza all’Università di Bologna. Giurista, giornalista, regista e critica teatrale si è impegnata attivamente nella promozione della lingua e della cultura italiana, oltre che nella difesa dei diritti umani a partire da quelli degli italiani nel mondo. Un impegno quest’ultimo svolto anche come membro del Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE) e della Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo. E che le deriva - come spiega lei stessa dalle pagine di Migrer - “anche dalla mia regione, la regione nella quale sono nata, la regione che mi ha formato: l’Emilia-Romagna”.
Un legame con la terra d’origine che è anche quello di Valentina Imbeni, figlia di Enzo Imbeni sindaco di Bologna tra il 1983 e il 1993, che a San Francisco dirige l’unica scuola italiana di tutta la West Coast, nel cuore della Silicon Valley, con oltre duecento studenti, per lo più americani. E che ha portato negli Stati Uniti anche un po’ di Emilia-Romagna attraverso la pedagogia di Reggio Children.
Charles Bernardini, avvocato italo americano ha le sue origini in Emilia-Romagna, nell’Appennino bolognese, a Rocca Corneta, località vicino a Lizzano Belvedere (Bo), da cui suo nonno Ciro partì per cercare fortuna oltreoceano, ma trovando la morte nel disastro della miniera di Cherry nell' Illinois, nel 1909. Presidente dell’Associazione Emiliano-Romagnoli dell'Illinois e della Camera di Commercio italiana di Chicago, legale di fiducia del locale Consolato italiano, componente dello staff elettorale di Barack Obama, Charles Bernardini ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Molto legato alle sue radici, a quell’Appennino bolognese da cui tutto ha avuto inizio, ha collaborato anche all’organizzazione del Porretta Soul Festival.
Storie di riscatto e di impegno, come quella di Gianna Sommi Panofsky, nipote di mezzadri, nata a Parma, negli anni Cinquanta emigrata negli Stati Uniti. Grazie a una borsa di studio Fulbright ha frequentato la Cornell University dove ha conosciuto Hans E. Panofsky, laureato in economia del lavoro e rifugiato dai tempi della Germania nazista. Docente di letteratura italiana alla Northwestern University, Roosevelt University e Loyola University, per molti anni è stata insegnante di lingua e dizione italiana ai seminari annuali di Bel Canto a Busseto, in Italia, sotto la direzione del Maestro Carlo Bergonzi. Ha in segnato dizione italiana presso la Chicago Lyric Opera, la Music of the Baroque, l’Accademia Verdiana di Busseto e il Teatro lirico di Göteborg in Svezia. Un impegno per la cultura italiana che non è andato mai disgiunto dall’impegno politico e per i diritti umani.
Un vero e proprio viaggio nel tempo quello che è possibile fare su MigrEr e che arriva al XIX secolo quando l’emigrazione verso gli Stati Uniti ebbe inizio. La storia di Felice Pedroni ebbe inizio da Trignano, una frazione di Fanano, nell’Appennino modenese, dove Pedroni nacque nel 1858, quarto dei sei figli di un carbonaio morto ancora in giovane età. Nel 1902 in piena corsa all’oro, Pedroni può essere considerato il fondatore del distretto di Fairbanks (sua la prima domanda di concessione del diritto allo sfruttamento di terreno minerario) e dunque della stessa città in Alaska che ancora oggi lo celebra ogni anno, in occasione dei Golden Days, i giorni dell'oro, con un ricco programma di manifestazioni che prevede sfilate in costumi d'epoca e anche una gara per eleggere il sosia dell’antico fondatore.
Info: https://www.migrer.org/
Fonte: Portale Regione Emilia-Romagna