L’emigrazione piacentina tra Otto e Novecento presenta caratteri peculiari. Le precarie condizioni economiche, soprattutto delle zone montagnose ma anche della città, spinsero masse di persone a prendere la via dell’estero. La mobilità umana divenne una caratteristica fondamentale della società montana, ma non solo. Fenomeno di notevole identità, la migrazione, in certi momenti, costituì un’importante e forse la principale risorsa di zone intere.
Dal 1870 al 1970 circa la provincia di Piacenza fu segnata da questa migrazione che lasciò spopolate tante zone delle alte vallate del Trebbia, del Nure e dell’Arda. Tagliatori di pietre, segantini, musicisti ambulanti, venditori di semenze, camerieri, ristoratori, manovali, uomini soprattutto, ma anche tante donne, presero prima la via dei paesi europei, poi delle Americhe, secondo percorsi di flusso che inevitabilmente risentivano delle reti parentali ed amicali intessute dai primi emigrati. Fu dunque agli inizi del Novecento che iniziarono a definirsi le rotte dell'emigrazione piacentina e a configurarsi le identità delle comunità piacentine all'estero.
Sempre molto forte e sentito fu il legame con le comunità di origine. Un legame che passava anche attraverso l'invio di cartoline. Cartoline che, soprattutto nei primi decenni del Novecento, rivestirono un'importante funzione conservativa e distintiva della memoria del territorio. Destinatari erano gli emigrati all'estero che in questo modo continuavano a portare il proprio paese nel cuore e a ricevere notizie dalla famiglia e dalla comunità di appartenenza. Le cartoline erano dunque un mezzo per far sentire la propria vicinanza, ma anche, più avanti, per mostrare a figli e nipoti il paese di provenienza, avendo così la possibilità di raccontare anche “visivamente” le proprie origini.
Si propone una carrellata di cartoline conservate presso l'Archivio fotografico della Biblioteca comunale Passerini-Landi.
Fonte: Materiale raccolto all'interno del progetto "La Pasta in valigia" coordinato dal Comune di Piacenza con il contributo della Consulta ER nel mondo, grazie alla collaborazione della Biblioteca Comunale Passerini-Landi, che ha avuto l'obiettivo di ricostruire il ruolo, storicamente rilevante, svolto dagli emigrati del territorio emiliano-romagnolo nella “diffusione” della cultura regionale all'estero.