Nel 2023 la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo ha lanciato una campagna di divulgazione e creazione di memoria, ideata e realizzata insieme ai Consultori junior, con l’obiettivo di raccogliere storie di emigrazione dei nostri corregionali nel mondo attraverso l’utilizzo dei social network e dell'hashtag #2luglioERnelmondo
In cosa consiste? Chi ha voluto condividere la propria esperienza di emigrazione, ha potuto raccontare la propria storia seguendo alcune domande-guida, pubblicarla, accompagnata da una o più foto, con l'hashtag: #2luglioERnelmondo
"Mio nonno è arrivato in Argentina nel anno 1949 con il suo cugino Duilio da Bologna. Dopo sono arrivate la moglie e suoi figli nel 1951 sul Conte Grande. Io sempre dico che la casa dei miei nonni era una piccola Italia a Mar del Plata. Sempre erano presenti i cibi caratteristiche della Regione Emilia-Romagna. Per il mio compleanno a marzo la nonna mi faceva sempre la lasagna. Per il giorno delle mamme (ad ottobre) i tortellini in brodo e per natale con 35 gradi anche la lasagna. Si cantavano le canzoni tradizionali. La Regione è stata presente a mia casa dal minuto zero. Oggi tento di mantenere vivi queste ricordi (in questo momento sto facendo il brodo per mangiare i passatelli e di fondo si sentono le canzoni) così anche i miei figli coltivano l'amore che sento io per l'Emilia Romagna e tutta l'Italia" (Carolina Lucero Nannetti)
"Hoy celebramos por primera vez el día del Inmigrante de la Emilia Romagna en el mundo, en Nettuno estamos recordando nuestras bases, en los que inspiraron la fundación. Los hermanos Forni, los Bovina, los Belli. Que al llegar a la Argentina conformaron una gran familia, dándonos el ejemplo de colaboración mutua para salir adelante. Desde la Emilia Romagna llegaron a este país en el año 1947 aproximadamente, escapando de la problemática política italiana, asentándose en Oberá, Misiones. En la foto están Alessandro Forni, su esposa Adelaida Carvallo, Francesco, Raffaelle, Giuditta y María Forni, Mario Bovina y su esposa Corrada, Gianni Belli y su esposa Luisa y debajo los hijos que estas familias fueron teniendo y criando juntos. Alessandro Forni y Mario Bovina fundaron una empresa constructora "MarSan" y juntos construyeron edificios emblemáticos de Oberá. Belli era maestro mayor de obras por lo que también colaboró con el desarrollo edilicio de esos primeros pupujantes años de la ciudad. Al inerno de su amistad, se mantenían las costumbres de su italia natal, la gastronomía, las canciones, el idioma e hicieron crecer a sus hijos y nietos en ese ambiente. Quienes construyeron familia en la tierra colorada, permanecieron aquí. Los demás regresaron a Italia pero ya habían hecho un puente entre Emilia Romagna y Misiones que jamás se rompió. El raporto entre los que inmigraron y los que volvieron siempre estuvo allí, a pesar de los años, las distancias, las situaciones. Y sus descendientes heredaron esa manera de vivir y pensar en la tierra de origen, Emilia Romagna y la tierra del hogar, Misiones.
¡FELIZ DÍAAAAA!"
"Francesco Poggioli, detto Checco, era nato nei primi anni del secolo XIX in una delle zone, in quel momento, mediamente benestanti dell’entroterra riminese. Mercatino Marecchia, oggi Novafeltria, era sì nella provincia di Pesaro e Urbino (oggi sotto quella di Rimini), ma di dialetto, usi e costumi romagnola. La famiglia era grande, arriveranno dopo di lui altri 3 fratelli e una sorella e vivevano tutti nella grande casa colonica di una frazione chiamata Torricella, a pochi chilometri dalla città, proprio sulla Marecchiese, strada che unisce Rimini a San Sepolcro in Toscana e che passa attraverso la val Marecchia contornata dai sette castelli o roccaforti dei Malatesta, che furono erette per difendere il territorio dalle truppe papali. Nel mezzo svetta la famosa rocca di San Leo, carcere di Cagliostro. Le cose vanno bene, sono una delle poche famiglie ad avere la trebbiatrice dell’epoca e un po’ di terreni coltivati, gli altri sono mezzadria. Arriva la guerra e se da un lato vivere in campagna ha il suo beneficio, soprattutto alimentare, il dopoguerra è sicuramente duro. Chi può della famiglia, in estate fa la stagione sulla Riviera, ma i tempi rimangono duri. Il padre muore e alcuni dei figli non possono ancora lavorare i campi e i debiti per mantenere in piedi tutto quanto aumentano. Checco, su consiglio del prete del paese che ha amicizie clericali a Zurigo il quale gli dice che lì c’è bisogno di braccia forti e di manovali, parte come molti altri per la fredda città Svizzera. Nonostante la 5ª elementare vuole darsi da fare. Il primo impiego è come lavapiatti in un ristorante, cerca d’imparare al più presto lo Schweizerdeutsch, si appassiona soprattutto alla pasticceria e presto lavora come aiuto pasticcere; nel frattempo dorme dai preti in uno stanzone con altri italiani emigrati, s’iscrive alla scuola media italiana presso l’ambasciata e cerca anche di mettere via qualcosa con altri lavoretti saltuari. È un bel ragazzo, nonostante un po’ di gobba Checco con i baffi che ricordano Mastroianni, le donne del posto vanno pazze per lui. Una di queste è la segretaria della Angst, la più grande macelleria svizzera che serve i famosissimi supermercati Migros, ma anche scuole, ambasciate, ecc. Nella fabbrica, a parte i capi, il personale è tutto italiano, spagnolo, portoghese e greco, i primi in maggioranza. Avendo appreso la lingua locale e ottenuto il diploma italiano, la carriera del giovane romagnolo è fulminea: capo reparto e poi capo magazziniere, sposa la segretaria e chiama a lavorare anche il secondo genito della famiglia, Bruno. In pochissimi anni ha vari lavori tra i quali magazziniere e gestore di chioschi con Würstel e crauti in punti nevralgici della città; riesce a risparmiare così tanto che, non solo salva la famiglia dai debiti, ma costruisce una casa proprio nella sua città natale, dando anche lavoro agli amici d’infanzia per farla. Quella sarà il rifugio dorato per le vacanze e la pensione. Nel frattempo nasce Manuela (mia ex moglie) e Marcus e la famiglia continua così una vita discretamente benestante. Purtroppo, forse a causa degli immensi sforzi fatti, le troppe sigarette, o le poche ore dormite, Checco ci lascerà a 64 anni per un malanno al cuore, e non si godrà la casa e l’orto, sua vera passione. Vorrei ricordare il mio ex suocero come una grandissima persona che mi stimava e amava profondamente, c’era un grande feeling tra noi due. Avercene." (Massimo Mauro)
"Ida Baccarini e Donino Poli, anche loro sono stati immigranti emiliano-romagnoli. Lui di Reggio Emilia, lei di Castelnovo Sotto. Sebbene sono stati arrivati per amore sbagliati in Italia ci sono trovati in Argentina. Sono stati veramente felici, ma senza figli, è per questo che gli ricordo io.Ida era nipote di mia bisnonna."
"Ellos son Lidia Mori y Enzo Gabrielli, oriundos de Castelnovo di Sotto- Reggio Emilia, llegaron con toda ilusion y esperanza, en noviembre de 1950 y se afincaron en Pergamino, tuvieron dos hijas orgullosas de ser sus descendientes."
"Oggi, per la prima volta, si celebra la giornata degli emiliano-romagnoli nel mondo. Oggi, perciò, mi tocca celebrare anche mio babbo. 29 anni fa (nel 1994) mio babbo, forlivese di nascita e bolognese d’adozione, decise di trasferirsi in Perù per formare la propria famiglia. Con la tristezza di mia nonna Gabriella in piedi sulla porta del suo appartamento al nono piano di uno degli edifici di via Allende, mio padre prese finalmente le sue valigie e partì, attraversando questo muro infinito chiamato Oceano Atlantico per arrivare finalmente a questo paese che ha di mare, che ha di foresta, che ha di montagne, e che ha nell’incertezza cotidiana una delle sue poche certezze. In questa sua valigia, però, oltre i vestiti, qualche libro e qualche oggetto, mio padre mise tante di quelle cose. Buona parte dei suoi ricordi, le sue nostalgie, la sua forma di parlare a voce alta, qualche espressione in dialetto romagnolo, la sua necessità di mangiare la pasta come primo e di prendere il caffè dopo pranzo, alcuni valzer bolognesi e alcuni lisci romagnoli, l’amore per la sua terra e la sua famiglia, e soprattutto la sua voglia di condividere parte della complessità delle proprie radici altrove. Oggi, grazie a lui, posso dire di sentirmi (anche) emiliano-romagnolo, e di sapere che tante cose che fanno parte di questa meravigliosa regione sono diventate fondamentali nella costruzione della mia identità. Grazie per aver attraversato il mare. Grazie per condividere con me i contenuti di questa tua valigia (e del tuo cuore), William Zanatta.
Hoy, por primera vez, se celebra el día de los emiliano-romagnoli en el mundo. Hoy, por ende, me toca celebrar también a mi papá. 29 años atrás (en 1994), mi papá, forlivese de nacimiento y bolognese de adopción, decidió migrar hacia Perú para formar su propia familia. Con la tristeza de mi abuela Gabriella de pie en la puerta de su departamento en el noveno piso de uno de los edificios de Via Allende, mi papá cogió finalmente sus maletas y partió, atravesando ese muro infinito llamado Océano Atlántico para llegar a este país que tiene de mar, que tiene de selva, que tiene de montañas, y que tiene en la incertidumbre cotidiana una de sus pocas certezas. En esta su maleta, sin embargo, además de ropa, algunos libros y algunos objetos, mi papá metió tantas otras cosas. Buena parte de sus recuerdos, sus nostalgias, su manera de hablar en voz alta, alguna que otra expresión en dialecto romagnolo, su necesidad de comer la pasta como entrada y de tomar el café después del almuerzo, algunos valzer bologneses y algunos lisci romagnoli el amor por su tierra y su familia, y sobre todo sus ganas de compartir parte de la complejidad de sus propias raíces en otros lados. Hoy, gracias a él, puedo decir que me siento (también) emiliano-romagnolo, y que soy consciente de que tantas cosas que hacen parte de esta maravillosa región han sido fundamentales en la construcción de mi identidad. Gracias por haber cruzado el mar. Gracias por compartir conmigo todo lo que había en tu maleta (y tu corazón), William Zanatta.
Buona giornata degli emiliano-romagnoli nel mondo!
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Puntata dedicata alla “Giornata degli emiliano-romagnoli nel mondo – 2 luglio” andata in onda il 28 giugno 2023 alle ore 18.00 (IT).
Il 2 luglio 2023 si celebra per la prima volta la Giornata degli emiliano-romagnoli nel mondo inserita dal 2022 nella legge regionale n.5/2015. Una giornata importante in cui ricordare la grande emigrazione del passato e riflettere sul fenomeno migratorio attuale: una nuova ricorrenza per omaggiare gli emiliano-romagnoli nel mondo e sottolineare la loro importanza nella Comunità regionale.
Ma perché è stata scelta la data del 2 luglio? E perché è così importante ricordare, sensibilizzare e costruire memoria su questo tema?
Ospiti:
Moderatore: Gianfranco Coda - Consulta ER nel mondo
In occasione della prima celebrazione della Giornata degli emiliano-romagnoli nel mondo, la Consulta ER ha lanciato una campagna di comunicazione sui social network per raccogliere storie di emigrazione di chi vive e lavora all'estero, utilizzando l'hashtag: #2luglioERnelmondo